Severino Mingroni, presidente onorario dei Radicali abruzzesi affetto dalla sindrome Locked-in, ha scritto un post di commiato da Casoli, dove attualmente abita, per denunciare le condizioni disumane in cui è costretto a vivere: "Più di 4 anni fa - si legge sul suo blog - scrissi un post dal seguente titolo: “Una domanda di Severino al Ministro Sacconi: Sacconi, è civile il Paese dove per “evacuare” devo chiedere a mia madre?”. Si, allora Sacconi era Ministro della Salute, sia pure ancora per poco". Quel post non ha mai avuto risposta, e nel frattempo i problemi di Mingroni sono aumentati: "Oggi mamma ha più di 79 anni e un continuo mal di schiena, tanto che spesso si deve allungare sul letto. Ciò nonostante deve farmi cagare lei!". A questo punto, Mingroni passa al dunque: "Meglio la morte che questa vita infernale. Tanto che, se avrò davvero un blocco intestinale, mi rifiuterò di essere operato, appellandomi al secondo comma dell'Articolo 32 della Costituzione italiana, che così recita: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Siccome dopo più di 18 anni di questa vita di merda non ne posso più, siccome i nostri politici sono talmente stronzi da non concederci quasi nulla - nemmeno il suicidio assistito - e siccome infine non ho molti soldi, chiedo davvero a un'anima buona di porre finalmente fine alla mia vita infernale, non appena mia madre non ci sarà più". In sostanza, Mingroni rilancia il tema di una legge sull'eutanasia: "Si, perchè non voglio morire andando in Svizzera, ma voglio porre fine alla mia vita infernale qui nel mio letto".
via oneofthebest
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