Nel Consiglio comunale di ieri la maggioranza ha votato il nuovo Statuto dell'Ente Fiera. E, ancora una volta, è emersa l’assenza assoluta di programmazione”. Lo sottolinea Manlio D’Ortona, consigliere di opposizione al Comune di Lanciano, all’indomani dell’assise civica durante la quale l’esecutivo Pupillo ha votato il nuovo Statuto. “Uno Statuto che rappresenta, occorre sottolinearlo, un mezzo non un obiettivo. È un veicolo, non il fine. E la mancanza di obiettivi chiari rende inutile l'approvazione di uno strumento-veicolo che dovrebbe dare sostanza e struttura ad un Consiglio di amministrazione desideroso, invece, di risultati e azioni”. D’Ortona ricorda come nel Consiglio straordinario di marzo 2012, furono indicate diverse proposte attuabili attraverso un piano industriale di rilancio. “Un piano di rilancio è stato redatto – puntualizza il consigliere - ma tenuto nei cassetti, ovvero mai presentato al Consiglio comunale, mai elaborato, approfondito, attuato o perfezionato dallo stesso consorzio Fiera. Il niente del niente. Ovvero assenza di mission e vision. La domanda chiave è: se non sai dove vuoi andare e cosa vuoi raggiungere, che senso ha dotarsi di uno Statuto? Che senso ha dotarsi di "una macchina" se poi la lasci in garage perché non sai dove andare?”. D’Ortona entra poi nel merito dello Statuto, in particolare rispetto ad alcuni aspetti specifici, come la nomina del Presidente del cda. L'art. 15 dello statuto proposto recita: "Il Presidente è nominato dal Consiglio di amministrazione, tra i proprio membri, su indicazione del Comune di Lanciano". Una norma da confrontare con l'articolo 7 dello Statuto attuale che recita: "Il Presidente è nominato dal cda tra i membri designati dal Comune di Lanciano".
“Le parole chiave – sottoline D’Ortona - sono "indicazione" e "tra i propri membri". Cosa significa? Che il Comune indica un nominativo che, senza impedimenti di sorta, può essere bocciato dal cda. In sostanza si indebolisce il potere di scelta del Comune di Lanciano rispetto alla norma attuale in vigore, che impone la scelta necessariamente e senza alternative all'interno di una terna vincolante designata dal Comune (vedi art. 7 Statuto attuale)”. La questione Fiera era stata oggetto anche del cosiddetto “Patto della triade”, cioè il tristemente noto documento con cui Mario Pupillo, Pino Valente e Donato Di Fonzo si ‘spartivano’, di fatto, poltrone e incarichi. “La presidenza della Fiera, secondo il patto siglato – ricorda D’Ortona - è in quota al "centrosinistra". Si è da poco perfezionato il bando di selezione del Comune per la scelta del suo rappresentante in fiera e la domanda spontanea e immediata è: ‘Il nominativo indicato sarà ancora dell'Avv. Franco Ferrante?’. E gli altri aspiranti candidati che hanno presentato la propria candidatura? E le scelte di merito e di eccellenza?” La conclusione che si può trarre è sempre la stessa: “In sostanza merito, trasparenza, rilancio e difesa del territorio sono solo parole vuote”.
via oneofthebest
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